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La Folle Vita di un Tiranno Sanguinario
a cura di Aroldo Antonio
Marco Aurelio, l'imperatore filosofo, fu un monarca saggio ed equilibrato, il suo regno considerato illuminato. Rispettato e benvoluto dal popolo e temuto dalle popolazioni barbare. Penultimo esponente della famiglia degli "Antonini" i cui imperatori passarono alla storia per la loro saggezza ed equilibrio nell'esercizio del potere. Nel 177 associò a se stesso sul trono suo figlio naturale Marco Aurelio Commodo e mai scelta fu più infausta di questa.
Padre e figlio, nell'anno 180 "D.C." , erano impegnati nella difesa dei confini settentrionali quando Marco Aurelio morì lasciando il figlio alla solitaria guida del vasto impero.
Commodo, contrariamente al padre, non era attratto dagli studi; prediligeva gli spettacoli e gli esercizi fisici. Era crudele e indolente e poco propenso a dedicarsi alla cura e alla crescita di Roma.
Inizialmente, nei primi anni di governo, Commodo sembrava voler continuare l'opera del padre, ma ben presto venne fuori la vera natura del personaggio.
Concluse una frettolosa pace con i "Marcomanni" e altre tribù barbare che gli permisero di tornare a Roma dove fu accolto da trionfatore.
Una volta a Roma si disinteressò della conduzione politica e militare dell'impero e delegò questi compiti ad elementi, di dubbia fama, attenti più al loro tornaconto personale che alle esigenze dello Stato e del popolo. I più famosi furono Saotero, Tarrutieno Paterno e Figidio Perenne che l'imperatore nominò prefetto del pretorio. Alla morte di quest'ultimo, salì al potere un liberto originario della Frigia: Cleandro. Questi, uno dei protetti di Commodo, diventato addirittura console, era un uomo avido e astuto. Ma le liti all'interno della corte dell'imperatore posero presto termine al suo governo e Cleandro finì assassinato come molti nemici di Commodo.
La politica di Commodo, ammesso che abbia avuto una politica, fu quella di "Ridimensionare" il potere dei senatori rompendo così una armonia che costoro avevano raggiunto con la stirpe degli "Antonini" . Ai senatori, ad esempio, fu tolto il comando degli eserciti che furono affidati ad esponenti della "Classe Equestre" . Anche a causa di questa politica nacquero congiure che più di una volta minacciarono la vita dell'imperatore.
Ma, visto che non si occupava della vita politica e dell'amministrazione dello Stato, quali erano i passatempi preferiti di Commodo?
Come detto aveva una predilezione per gli esercizi fisici e quindi per la lotta, la caccia e, soprattutto, i giochi gladiatori. Spesso e volentieri scendeva nel Colosseo e si cimentava in lotte con gli animali o in scontri con altri gladiatori. Grazie alla sua possente corporatura era convinto di essere la reincarnazione di Ercole e pretendeva di essere trattato come una divinità. Era addirittura arrivato a cambiare il nome dell' "Urbe" in "Colonia Commodiana" .
La continua umiliazione della figura imperiale, la disastrosa situazione economica, le rivalità interne alla corte e l'aspro scontro con il senato, erano tutti segnali di un imminente epilogo drammatico del regno di Commodo
Dopo alcuni tentativi a vuoto il complotto riuscì e il gladiatore Narcisso, uno dei suoi favoriti, riuscì a passare le maglie della sicurezza e a strangolare l'imperatore nella vasca da bagno.
Dopo 12 anni di regno finì uno dei più feroci e depravati imperatori della storia romana.
A lui successe un imperatore più integro ed equilibrato ossia Publio Elvio Pertinace.
Forse, se qualcuno dei nostri Leaders occidentali, leggesse, con attenzione, questa biografia, tenendo presente l' "Antico Proverbio": "Historia Magistra Vitae" , a mio parere, molte cose cambierebbero.
Fonti:
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