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Il Mistero della Folle Vita di un Nobile Astutamente Leale a se Stesso
a cura di Aroldo Antonio
Junio Valerio Borghese Nacque a Roma in una delle famiglie più blasonate della nobiltà capitolina. Di antiche origini senesi, (ultimo ramo "Borghese-Torlonia" ), imparentato con tre cardinali, un papa ( "Paolo V" ) e infine con la sorella di Napoleone Bonaparte (Paolina) fra i suoi "Rami Araldici" . Il padre di Junio Valerio era il principe Livio Borghese di Sulmona, principe di Rossano, principe di Vivaro, principe di Montecompatri, duca di Palombara, duca di Poggio Nativo e Castelchiodato (Villa Taverna, Frascati 13 agosto 1874 - Atene, 26 novembre 1939); la madre era la principessa Valeria Maria Alessandra Keun (Smirne, 1 marzo 1880 - Catania, 19 gennaio 1956).
Figlio di un diplomatico, trascorse i primi anni di vita in viaggio fra l'Italia e le principali capitali estere, soggiornando in Cina, Egitto, Spagna, Francia e Gran Bretagna.
Sposò a Firenze, il 30 settembre 1931, la russa Daria Wassilievna contessa Olsoufiev Schouvalov (Mosca, 5 giugno 1909 - Roma 4 febbraio 1963) da cui ebbe quattro figli: Elena Maria Nives (nata a Roma nel 1932), Paolo Valerio Livio Wassili (nato a Roma nel 1933), Livio Giuseppe (nato a Roma nel 1940), Andrea Scirè (nato a Roma nel 1942).
Attratto dalla vita militare, nel 1922 fu ammesso ai corsi della Regia Accademia Navale, dalla quale uscì nel 1928 con il grado di guardiamarina; dovette comunque attendere quasi un anno per avere il suo primo imbarco, sull' "Incrociatore Trento" . Nel 1930 venne promosso sottotenente di vascello e imbarcato su una delle torpediniere operanti in Adriatico; l'anno successivo frequentò il corso superiore dell'Accademia Navale, e nel 1932 venne trasferito ai sommergibili.
Dopo aver frequentato il corso di armi subacquee, nel 1933, promosso tenente di vascello, venne imbarcato dapprima sulla "Colombo" , quindi sulla "Titano" . Nonostante avesse nel frattempo conseguito i brevetti di palombaro normale e di grande profondità, fu solo nel 1935 che ricevette il primo incarico di sommergibilista, partecipando alla "Guerra d'Etiopia" , dapprima imbarcato a bordo del sommergibile Tricheco, successivamente del "Finzi" .
L'azione militare di Borghese fu una delle più incredibili e coraggiosa della storia. Egli, infatti, ebbe, sotto il suo comando molti uomini e molti mezzi che, come vedremo, potrà, ad un certo punto disporre a suo piacimento.
Nel 1937 assunse, infine, il primo comando: con il sommergibile "Iride" prese parte alla guerra civile spagnola, venendo decorato l'8 aprile 1939 della medaglia di bronzo al Valor Militare per "...l'elevato Spirito Offensivo e le Solide Qualità Professionali.." dimostrate nel corso delle operazioni. Trasferito successivamente presso la base di Lero, nel Dodecaneso, vi rimase fino all'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940.
Nelle prime fasi del conflitto, come comandante del sommergibile Vittor Pisani, prese parte alla "Battaglia di Punta Stilo" e a una serie di falliti tentativi di forzare il porto di Gibilterra, tra il settembre e l'ottobre del 1940. Promosso capitano di corvetta, nel 1941 fu designato alla X Flottiglia MAS, dove assunse gli incarichi di comandante del sommergibile "Scirè" e di capo del reparto subacqueo: anche con il suo contributo vennero pianificati e realizzati i progetti per il forzamento delle rade di Gibilterra (20-21 settembre 1941) e Alessandria (18-19 dicembre 1941, operazione che condusse Il grave danneggiamento delle navi da battaglia inglesi Queen Elizabeth e Valiant), venendo per questo decorato con la medaglia d'oro al Valor Militare e all'Ordine militare di Savoia.
Il primo maggio 1943, fu promosso "Capitano di Fregata" .
Immediatamente dopo l' "Armistizio dell'8 Settembre" costituì un reparto di volontari denominato Decima Mas, (prendendo il nome della "X Flottiglia Mas" ), riuscendo a concludere, il 14 settembre, un accordo con il "Korvettenkapitän" Max Berninghaus, comandante navale delle forze del "Terzo Reich" in Liguria, con il quale la neonata flottiglia venne riconosciuta quale unità combattente con piena autonomia in campo logistico, organico, della giustizia, disciplinare e amministrativo e battente bandiera italiana. Alla nascita, pochi giorni dopo, della "Repubblica Sociale Italiana" , la Decima Mas fu inserita nell'organico della "Marina Nazionale Repubblicana" , sebbene essa agisse di fatto in maniera del tutto autonoma. Nonostante i contrasti con i vertici politici e militare della Repubblica Sociale (contrasti che condussero al suo arresto con l'accusa di essere a capo di una congiura tesa a rovesciare il governo), le sue forze furono impegnate su tutti i fronti più importanti, a partire da quello di Anzio e Nettuno. Da notare che la X MAS e il Borghese stesso non furono mai "Fascisti" in quanto la prima era completamente indipendente e il secondo non ebbe mai la tessera del "Partito Nazionale Fascista" .
L'attività della "Decima Mas" non si limitò alle incursioni navali contro le forze nemiche, ma si estese alla costituzione di reparti di terra che assunsero al termine del conflitto le dimensioni di una vera e propria divisione di fanteria leggera. Tuttavia a causa dell'opposizione tedesca, (che mal vedeva la ricostituzione di grandi unità italiane), la "Divisione Decima" , (composta da due gruppi di combattimento), non poté mai entrare in azione come unità organica, ma fu frazionata in battaglioni usati dai comandi tedeschi sul fronte della "Linea Gotica" e poi del Senio. Una parte della Divisione (il Secondo Gruppo) era pronto per muovere sul confine orientale, per difendere Trieste e Fiume dall'avanzata degli jugoslavi, ma fu bloccato prima dai tedeschi e poi dal precipitare degli eventi nell'aprile 1945. I nazisti impiegarono la Decima anche in attività antipartigiane e rastrellamenti di civili nelle zone dove agivano i partigiani; in queste azioni si registrarono casi di tortura su prigionieri (sia partigiani che civili) e numerose esecuzioni sommarie. Gli ultimi reparti della divisione, decimati dagli attacchi inglesi, si arresero a nord di Schio (Veneto) il 2 maggio 1945.
Il regolamento della Decima è un interessante unicum nella storia militare italiana: prevedeva la totale uguaglianza fra ufficiali e truppa, (panno della giubba uguale per tutti, pasti in comune), promozioni guadagnate solo sul campo, pena di morte per i marò colpevoli di furto, saccheggio, diserzione o vigliaccheria in faccia al nemico. Inizialmente i militari della Decima erano tutti volontari (frutto anche di un'efficente opera di propaganda), provenienti dalle più diverse armi delle Forze Armate Repubblicane, compresi "Disertori" di altre armi che si arruolavano illegalmente per poter raggiungere un fronte di guerra e combattere. Successivamente, però, si registrò un calo del numero di volontari e frequenti casi di diserzione, tanto che Borghese dovette appunto adottare misure estreme come la pena capitale per chi disertasse o anche fosse considerato "Codardo" ; per aumentare il numero degli uomini furono eseguiti arruolamenti forzati a seguito di azioni di rastrellamento degli abili.
Negli ultimi mesi del conflitto, Borghese avviò contatti con la Regia Marina al sud. Grazie a ciò l'ammiraglio De Courten, per favorire uno sbarco italo-alleato in Istria, e salvare le terre orientali dall'invasione slava, lo ingaggiò; lo sbarco, infatti, si sarebbe avvalso dell'appoggio delle formazioni fasciste e della Decima, con o senza il consenso tedesco. L'opposizione inglese fece fallire questo piano, in favore dell'invasione titina, che ebbe invece l'attivo sostegno della "Royal Navy" britannica.
Al termine del conflitto, dopo lo scioglimento formale della "X MAS" il 26 aprile 1945 a Milano, Borghese fuggì a Roma, aiutato dai servizi segreti americani, separando le proprie sorti da quelle degli altri esponenti della "RSI" e da quelle di molti suoi commilitoni, e trascorse un breve periodo alla macchia, venendo in seguito arrestato dalle autorità americane e trasferito al carcere di Cinecittà. Rilasciato in ottobre, fu nuovamente arrestato dalle autorità italiane e trasferito da un luogo di detenzione all'altro, in attesa dell'inizio del processo. Il 17 febbraio 1949, ritenuto colpevole di collaborazionismo con i nazisti, venne condannato a dodici anni di detenzione, ma fu subito scarcerato grazie alla protezione accordatagli dai Servizi segreti americani, con i quali era già in contatto da diversi mesi prima della fine della guerra.
Nel dopoguerra Borghese aderì al "Movimento Sociale Italiano" , di cui fu nominato presidente onorario nel 1951; inizialmente appoggiò Almirante, poi abbandonò il partito, che giudicava troppo debole, si avvicinò alla destra extraparlamentare e nel settembre 1968 fondò il "Fronte Nazionale (Italia)" , allo scopo, secondo i servizi segreti, "di Sovvertire le Istituzioni dello Stato con disegni Eversivi" .
Intanto nel 1963, forte dell'appoggio di settori economici di destra, era diventato presidente del Banco di Credito Commerciale e Industriale, poi acquisita dal cosiddetto "Banchiere di Dio" Roberto Calvi.
Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970 promosse un "Colpo di Stato" , avviato e poi interrotto, con la collaborazione di altri dirigenti del Fronte Nazionale, paramilitari appartenenti a formazioni dell'estrema destra e di numerosi alti ufficiali delle forze armate e funzionari ministeriali.
Con il termine "Golpe Borghese" si indica un tentativo di colpo di stato avvenuto in Italia nella notte del 7 dicembre 1970 (chiamata anche "Notte di Tora Tora" , in ricordo dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, il 7 dicembre 1941) ed organizzato da Junio Valerio Borghese, sotto la sigla Fronte Nazionale, in stretto rapporto con Avanguardia Nazionale.
Il golpe era stato progettato da diversi anni nei minimi particolari: dal 1969 erano stati formati gruppi clandestini armati con stretti rapporti con le Forze Armate. In accordo con diversi vertici militari e membri dei Ministeri, il golpe prevedeva l'occupazione del Ministero dell'Interno, del Ministero della Difesa, delle sedi RAI e dei mezzi di telecomunicazione (radio e telefoni) e la deportazione degli oppositori presenti nel Parlamento. Nei piani c'erano anche il rapimento del capo dello stato Giuseppe Saragat e l'assassinio del capo della polizia, Angelo Vicari. A tutto questo sarebbe stato accompagnato un proclama ufficiale alla nazione, che Borghese stesso avrebbe letto dagli studi RAI occupati. In tale comunicato c'era scritto:
"Italiani, l'auspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di stato ha avuto luogo [...]. Le forze armate, le forze dell'ordine, gli uomini più competenti e rappresentativi della nazione sono con noi; mentre, d'altro canto, possiamo assicurarvi che gli avversari più pericolosi, quelli, per intenderci, che volevano asservire la patria allo straniero, sono stati resi inoffensivi [...]. Nel riconsegnare nelle vostre mani il glorioso tricolore vi invitiamo a gridare il nostro prorompente inno d'amore: Italia, Italia, Viva Italia!"
Le circostanze del fallimento sono tuttora oscure e controverse. Fu Borghese in persona a impartire il contrordine, ma si rifiutò di spiegarne le ragioni persino ai suoi più fidati collaboratori.
In seguito al fallimento del golpe, Borghese si rifugiò in Spagna dove, non fidandosi della giustizia italiana, che nel 1973 revocò l'ordine di cattura, rimase fino alla morte, avvenuta in circostanze sospette a Cadice, il 26 agosto 1974. Lo stesso anno Borghese era stato in Cile con il terrorista Stefano Delle Chiaie, per incontrare il generale Augusto Pinochet e il capo della polizia segreta cilena, Jorge Carrasco. È sepolto nella cappella di famiglia, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma.
In ultima analisi possiamo affermare che la vita di Junio Valerio Borghese è stata, in un certo qual modo, spregiudicatamente eroica.
E' stato un uomo infatti che, credendo negli "ideali sbagliati" , ha portato avanti fino all'ultimo, e con il sacrificio della propria vita, le proprie idee e in suo onore, e ricordando la vita di molte persone eroiche, che noi "Italiani" dobbiamo fare piena luce, sia sul piano storico che in quello giudiziario, sugli eventi come il golpe borghese, perché se ciò non avverrà, nel nostro paese, non ci sarà mai "piena giustizia" .
Fonti:
http://biografie.leonardo.it/biografia.htm?
http://it.wikipedia.org/wiki/Golpe_Borghese
http://it.wikipedia.org/wiki/Golpe_Borghese#Il_piano
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